I primi passi nel mondo della Sclerosi Multipla

Sclerosi multipla, staminali riducono le nuove lesioni, studio italiano su Neurology

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view post Posted on 2/3/2015, 09:05
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Il trapianto con cellule staminali potrebbe funzionare meglio dei trattamenti attualmente usati per le forme gravi di sclerosi multipla. Lo dimostra uno studio italiano, pubblicato oggi sull’importante rivista scientifica Neurology, che ha valutato l'effetto del trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche rispetto al mitoxantrone.

Lo studio è stato finanziato dalla Fondazione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.

Denominato ASTIMS, lo studio ha valutato 21 pazienti provenienti da 7 centri in Spagna e Italia, arruolati dal 2004 al 2009 con SM recidivante remittente o secondariamente progressiva.
In questi pazienti la disabilità legata alla SM era aumentata nel corso dell'anno, nonostante i trattamenti con farmaci convenzionali. I partecipanti, con età media di 36 anni, avevano un livello medio di disabilità che per camminare richiedeva il supporto di un bastone o stampella.

I pazienti sono stati randomizzati a ricevere una intensa terapia immunosoppressiva seguita dal trapianti di staminali oppure dalla terapia con mitoxantrone ogni mese per 6 mesi. La terapia immunosoppressiva intensa prevedeva l’impiego di un regime a base di ciclofosfamide e filgrastim, ciìondizionato con carmustina, arabinoside arabinoside, etoposide, melphalan, e globuline anti timociti.

L’età media al trapianto era di 35,5 anni e al basale il punteggio medio dell’Expanded Disability Status Scale (EDSS) era di 6.

Dopo la terapia immunospressiva iniziale, 12 dei partecipanti hanno ricevuto il trattamento con mitoxantrone –la più potente terapia immunosoppressiva attualmente usata per il trattamento delle forme gravi di SM. Gli altri nove partecipanti hanno invece ricevuto come trattamento le cellule staminali raccolte dal loro midollo osseo e poi reintrodotte dopo che il sistema immunitario era stato soppresso (immunosoppressione). Tutti i partecipanti sono stati seguiti per un massimo di quattro anni.

"Questo trattamento sembra riprogrammare il sistema immunitario - ha spiegato l'autore dello studio Gianluigi Mancardi, dell'Università degli Studi di Genova -. Con questi risultati, si può ipotizzare che il trattamento con cellule staminali possa influenzare profondamente il decorso della malattia”.

Nello studio, un trial randomizzato e controllato, il trapianto con cellule staminali ematopoietiche CD34 positive ha ridotto del 79% le nuove lesioni pesate in T2 con la risonanza magnetica rispetto al mitoxantrone nel corso di 4 anni di osservazione (P=0.00016).

Mancardi e colleghi hanno trovato un minor numero di lesioni in T2 nel gruppo trattato con cellule staminali rispetto al gruppo in mitoxantrone durante il follow -up a una mediana di 2,5 lesioni rispetto a una media di otto lesioni ( rate ratio 0,21 , 95% CI 0,10-0,48 , P = 0.00016 ).Questo effetto è stato evidente nel primo anno ed è stato sostenuto attraverso i 4 anni di follow - up. Si è inoltre mantenuto in tutte le analisi di sensibilità.

Per un altro tipo di lesioni associate alla SM, le lesioni captanti il gadolinio, nessuna delle persone che hanno ricevuto il trattamento con cellule staminali ha presentato nuove lesioni durante lo studio, mentre il 56 per cento di quelli trattati con mitoxantrone hanno avuto almeno una nuova lesione captante il gadolinio( P = 0,029 ).

Il professor Mancardi ha sottolineato che i gli effetti collaterali che si sono verificati con il trattamento con cellule staminali erano stati previsti e risolti senza conseguenze permanenti.

"E’ sicuramente importante ampliare gli studi con un maggior numero di persone per confrontare l’efficacia del trapianto di cellule staminali verso il placebo, ma è molto promettente vedere che questo trattamento può essere più efficace di una terapia immunomodulante già approvata per le persone con forme gravi di SM che non rispondono bene ai trattamenti standard." ha dichiarato Mancardi.

La terapia con staminali ha anche ridotto le lesioni evidenziate con il gadolinio e il tasso annuo di recidive.

Lo studio ASTIMS è stato progettato come un trial di fase III, ma è diventato uno studio di fase II con un endpoint primario di laboratorio - il numero cumulativo di nuove lesioni in T2 4 anni dopo la randomizzazione - " quando era chiaro che il numero di pazienti arruolati era inferiore al previsto , " hanno scritto i ricercatori.

La percentuale annualizzata di recidiva è stata inferiore nei pazienti cellule staminali a 0,19 contro 0,6 ( RR 0,36 , 95% CI 0,15-,88 , P = 0,026 ) .

Tuttavia, non vi era alcuna differenza significativa in termini di progressione della disabilità tra i gruppi , che si è verificata nel 48 % del gruppo in mitoxantrone e nel il 57 % del gruppo in cellule staminali , senza differenze nelle variazioni EDSS in qualsiasi punto, i ricercatori hanno detto.

Mancardi e colleghi hanno attribuito questo allo studio di essere sottodimensionato per cercare questo risultato.

In aggiunta a questa limitazione, e al fatto che lo studio è stato cambiato da Fase III Fase II, il trial è stato anche limitato dal piccolo numero di casi e dalla mancanza di dati sulla qualità della vita e risultati atrofia cerebrale.

In un editoriale di accompagnamento, Paolo Muraro, dell'Imperial College di Londra, ha convenuto che la mancanza di miglioramento nella progressione della disabilità è probabilmente dovuto allo studio di essere sottodimensionato.

Muraro ha anche osservato che mitoxantrone potrebbe non essere la scelta oggi più giusta come comparatore " avendo perso importanza a causa della sua tossicità cardiaca e del rischio di linfoma, " anche se è stato il trattamento di controllo più appropriato, al momento in cui è stato avviato il trial.

Dato che il trapianto di cellule staminali non è una terapia approvata per la MS, sono necessari altri studi, ha detto Muraro, notando che uno studio di fase III attualmente in corso rischia di guadagnare interesse in quanto lo studio appena pubblicato" aumenta l'interesse e catalizza le attività per andare avanti con il nuovo trial. "

FONTE: www.pharmastar.it/index.html?cat=32&id=17449
 
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view post Posted on 3/3/2015, 08:11
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Vorrei per completare questo articolo, lasciarvi ciò che hanno scritto in merito alle staminali su "Repubblica":


Sclerosi multipla: in Gb trattamento con staminali, i medici: "E' miracoloso"

Il professor Sharrack, neurologo allo Sheffield Teaching Hospital: "Non è un termine che uso a cuor leggero ma abbiamo assistito a profondi miglioramenti neurologici". Risultati che vanno nella stessa direzione di una terapia messa a punto dalla Società europea trapianti di midollo

di VALERIA PINI

Lo leggo dopo
Sclerosi multipla: in Gb trattamento con staminali, i medici: "E' miracoloso"LONDRA - In Gran Bretagna è stato definito un nuovo protocollo medico per il trattamento con cellule staminali per i sintomi della sclerosi multipla. Effetti definiti "miracolosi" dai ricercatori: pazienti ridotti su una sedia a rotelle da dieci anni hanno riacquistato l'uso delle gambe mentre alcune persone che avevano perso la vista sono tornate a vedere. Il trattamento, riferisce il Daily Telegraph, è il primo ad invertire i sintomi della sclerosi multipla, per la quale - va sempre ricordato - non esiste una cura oltre ad essere ancora non accertate le cause. Va detto, però, che la terapia segue un tipo di procedura alla quale numerosi gruppi di ricerca nel mondo stanno lavorando da anni. L'ultimo risultato incoraggiante in questa stessa direzione è stato presentato qualche giorno fa ed è una terapia messa a punto dalla Società europea trapianti di midollo.

Il test. Nel Regno Unito le due decine di pazienti che hanno preso parte ai test, al Royal Hallamshire Hospital di Sheffield e al Kings College Hospital di Londra, "hanno effettivamente visto riaccendersi il loro sistema immunitario". Benché non siano ancora del tutto chiare le cause della sclerosi multipla, molti ricercatori ritengono che "sia lo stesso sistema immunitario ad attaccare il cervello ed il midollo spinale, causando infiammazioni e dolori, oltre disabilità e nei casi più gravi la morte. La ricerca è stata pubblicata sul prestigioso 'Journal of the American Medical Association'.

La procedura usata prevede l'impiego di altissime dosi di chemioterapici, di solito impiegati con i malati di cancro, per mettere fuori gioco il sistema immunitario dei pazienti. Questo viene poi ricostruito e riattivato con le cellule staminali ottenute dal sangue dei singoli pazienti. "Da quando abbiamo iniziato a trattare i pazienti, 3 anni fa alcuni dei risultati cui abbiamo assistito sono miracolosi", ha detto il professor Basil Sharrack, neurologo allo Sheffield Teaching Hospital, sottolineando che "miracoloso non è un termine che uso a cuor leggero ma abbiamo assistito a profondi miglioramenti neurologici".

"Riesco a stare insieme". Durante il trattamento le staminali del paziente sono 'coltivate' e conservate. Dopo le massicce dosi di chemioterapici (di per sé non facili da tollerare) vengono reinfuse nel corpo dove iniziano a crescere creando nuovi globuli rossi e soprattutto bianchi (le 'truppe' che difendono il corpo dalle aggressioni di virus e batteri) in sole due settimane. In solo un mese il sistema immunitario torna a funzionare ed è allora che i pazienti iniziano ad accorgersi dei primi cambiamenti. Il Telegraph ha raccolto la testimonianza della 25enne Holly Drew, su una sedia a rotelle da due anni: "Ricordo che ero in ospedale... dopo tre settimane ho chiamato mia madre e le detto piangendo 'riesco a stare in piedi'. Ora posso correre per un poco. Posso ballare. E' stato un miracolo". I ricercatori sono però prudenti: "Non è un trattamento adatto per tutti (i malati di sclerosi multipla) perché e molto aggressivo e i pazienti debbono aspettare di riprendersi dagli effetti della chemioterapia", prima di procedere all'infusione delle staminali, ha avvertito il professor Sharrack.

Lo studio italiano. A conclusioni simili è arrivato uno studio internazionale, coordinato da due esperti italiani, il professor Giovanni Mancardi dell'Università degli Studi di Genova e il dottor Riccardo Saccardi dell’Azienda Universitaria-Ospedaliera Careggi di Firenze. La ricerca, pubblicata su Neurology, è stata applicata a casi gravi di sclerosi multipla. Dalla sperimentazione, promossa dalla Società europea trapianti di midollo, emerge che nel trattamento dei casi gravi di sclerosi multipla l'intensa immunosoppressione, seguita da trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche, è più efficace rispetto alla terapia farmacologica standard a base di mitoxantrone.

Il trattamento con staminali. Lo studio di fase II, durato oltre 15 anni, ha coinvolto 21 persone affette da Sm secondaria progressiva o recidivante-remittente, la cui disabilità era peggiorata nel corso dell'anno precedente nonostante il trattamento con farmaci di prima linea. Tutti i partecipanti, di età media pari a 36 anni, avevano ricevuto in precedenza, senza risultato, terapie standard. I 12 partecipanti hanno ricevuto il farmaco immunosoppressore mitoxantrone, mentre agli altri nove è stata somministrata una potente terapia immunosoppressiva con successiva infusione di cellule staminali del sangue emopoietiche che erano state precedentemente raccolte dagli stessi pazienti. Questa procedura, comunemente denominata autotrapianto di midollo osseo, è utilizzata per il trattamento di grave malattie del sangue e, da alcuni anni, anche nel campo delle malattie autoimmuni. Nel corso del tempo, le cellule staminali migrate nel midollo osseo hanno prodotto nuove cellule immunitarie.

Si riprogramma il sistema immunitario. "Da questo studio sembra emergere che l'introduzione di cellule staminali sia in grado di riprogrammare il sistema immunitario", ha dichiarato il professor Mancardi, presidente del prossimo Congresso della società italiana di meurologia (Sin). "Con tali risultati è verosimile ipotizzare che il trattamento con cellule staminali possa influenzare profondamente il decorso della malattia."

Meno lesioni con le staminali. I partecipanti sono stati seguiti per i quattro anni successivi alla randomizzazione, durante i quali l'immunosoppressione intensa seguita dal trattamento con cellule staminali sembra aver ridotto la malattia in maniera molto più significativa di quanto non abbia fatto il trattamento con mitoxantrone. Coloro che hanno ricevuto il trapianto di cellule staminali hanno infatti presentato l'80% in meno di nuove lesioni cerebrali (le T2), rispetto a quelli che hanno ricevuto mitoxantrone. I pazienti trattati con cellule staminali, inoltre, hanno mostrato un altro beneficio: le lesioni captanti il gadolinio, un altro tipo di lesioni associate alla sclerosi multipla, non si sono più ripresentate, mentre il 56% dei pazienti trattati con mitoxantrone ha avuto almeno una nuova lesione.

Trattamento esiste da 20 anni. Commentando i risultati del trattamento del Regno Unito, Mancardi ha spiegato ancora che non si tratta di una novità. "E' una procedura su cui numerosi gruppi di ricerca nel mondo stanno lavorando ormai da una ventina di anni", ha spiegato, "E' nota da tempo ed è indicata solo nei casi in cui il paziente è affetto da una forma molto aggressiva di sclerosi multipla e non per quelli costretti sulla sedia rotella. Si tratta infatti di un trattamento molto forte che ha un tasso di mortalità intorno all'1-2 per cento. Non può quindi essere somministrato a cuor leggero".

fonte: http://www.repubblica.it/salute/medicina/2...loso-108524029/
 
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