I primi passi nel mondo della Sclerosi Multipla

Il trapianto di staminali ematopoietiche potrebbe rallentare la disabilità nelle forme progressive

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view post Posted on 28/12/2022, 09:38
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Uno studio, finanziato da FISM e appena pubblicato su Neurology, mostra che il trapianto di staminali ematopoietiche autologhe sembra rallentare la progressione della disabilità

Si torna a parlare di cellule staminali del sangue nella sclerosi multipla. L'occasione, stavolta, è la pubblicazione di uno studio che mostra un'associazione tra il trapianto di staminali ematopoietiche e un rallentamento nella progressione della disabilità nelle persone con sclerosi multipla secondariamente progressiva, con attività di malattia.



Lo studio, sostenuto da AISM e la sua Fondazione italiana sclerosi multipla (FISM), è stato pubblicato su Neurology, dal team di Matilde Inglese, responsabile del Centro sclerosi multipla - dell'Università di Genova e dell’IRCCS Ospedale San Martino.



Come ricordano gli autori, le evidenze sul possibile impiego delle staminali ematopoietiche contro la sclerosi multipla, per le forme refrattarie ai trattamenti, si stanno accumulando da un po'.



Il razionale è questo: le cellule ematopoietiche della persona (autologhe quindi) vengono prelevate e re-infuse dopo immunosoppressione, nell'intento di “resettare” e rendere più tollerante il sistema immunitario, spiegano gli esperti. Nella sclerosi multipla, infatti, si osserva un'anomala risposta del sistema immunitario verso componenti propri dell'organismo: un trapianto di staminali ematopoietiche autologhe dopo immunosoppressione mira ad eliminare le cellule reattive, rinnovando il sistema immunitario.



Una strategia finora riservata a persone che non rispondono ai trattamenti, con malattia attiva, soprattutto giovani con forme a ricadute e remissione. «Alcune evidenze però, unite all'assenza di terapie soddisfacenti per le forme progressive di malattia, continua il dottor Boffa, autore dello studio, hanno portato a guardare al trapianto di staminali ematopoietiche come una possibile strategia anche per questi pazienti, dove sono occasionalmente state somministrate come terapia off-label con l'approvazione del comitato etico di competenza».



Per capire gli effetti del trapianto di staminali e confrontarli con quelle di alcuni trattamenti farmacologici, i ricercatori hanno confrontato l'andamento della malattia in alcune persone che avevano ricevuto trapianto di staminali autologhe (79) e persone in trattamento con diverse terapie modificanti la malattia (DMT), inclusi nel Registro italiano della sclerosi multipla (poco meno di 2000 persone). I trattamenti inclusi erano: beta-interferone, azatioprina, glatiramer acetato, mitoxantrone, fingolimod, natalizumab, metotressato, teriflunomide, ciclofosfamide, dimetilfumarato e alemtuzumab.



«I risultati sono da prendere con cautela - precisa Inglese - parliamo di uno studio di real life, retrospettivo e non randomizzato, che non ha tenuto in considerazione l'uso nel gruppo di controllo di farmaci più innovativi, come ocrelizumab, per esempio. Ma con tutte le limitazioni del caso, i dati suggeriscono che il trapianto di staminali sembra ritardare la progressione della disabilità rispetto ai pazienti in trattamento farmacologico». A cinque anni la disabilità non era progredita per il 62% delle persone trapiantate, contro il 46% di quelle in altro trattamento farmacologico. Ma non solo: i pazienti che avevano ricevuto le staminali mostravano più miglioramenti in termini di disabilità rispetto agli altri: il 19% a cinque anni nel primo gruppo rispetto al 4% dell'altro.


FONTE: https://www.aism.it/il-trapianto-di-stamin...rme-progressive
 
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